sabato 31 ottobre 2015

Rocktrip Reviews: La Batteria - "La Batteria" (Penny Records, 2015)



Ricordate i poliziotteschi anni 70? Una stagione memorabile di films e musiche che imponevano il made in Italy agli occhi del mondo, che una volta tanto guardava a noi come modello artistico da imitare. Le musiche di Maestri come Stelvio Cipriani, Franco Micalizzi e Ennio Morricone vivono ancora nella memoria di molti appassionati e nella tradizione artistica del nostro paese. La recente riscoperta di questo mood, sia in ambito cinematografico (ricordiamo la recente e bellissima serie italiana Romanzo Criminale) che musicale (un nome su tutti, Calibro 35) deve aver convinto Emanuele Bultrini e compagni a dirottare temporneamente le proprie intenzioni artistiche verso quei lidi sonori. Ed ecco che tra una partita di biliardo, una mano di poker e un giro di whisky, una combriccola di grandi musicisti già noti nel sottosuolo italico, e che rispondono al nome di Emanuele Bultrini, David Nerattini, Paolo Pecorelli e Stefano Vicarelli (Fonderia, Otto Ohm, Orchestra di Piazza Vittorio, le esperienze più significative), decide di riunirsi sotto un nome che non lascia spazio a incertezze circa la direzione stilistica da intraprendere: La Batteria. Intenzioni chiarissime sin dalla strumentazione usata, rigorosamente vintage, per creare 12 composizioni che, oltre a porsi come omaggio di quell'epoca, vanno oltre e mettono in un luce un'abilità compositiva degna dei Maestri summenzionati, muovendosi attorno ad un avvincente prog funky declinato col tipico piglio italiano. Non solo rilettura e rispetto, dunque, ad animare il motore propulsivo de La Batteria, ma soprattutto passione, capacità e convinzione. Quando questi tre elementi si fondono alla perfezione, ecco che il risultato non può essere che eccelso. Apre l'avventura del disco Chimera, riuscitissima opener che riassume in pochi minuti la missione della band, tra echi silmil Morricone e suspance tipica del genere. Scenario e Vice Versa sembrano uscite da un capitolo rimasto inedito della serie "...a mano armata", con le note basse dei pianoforti a creare tensione e quel riffing straordinariamente e tipicamente truce. Sopra si adagia sovente la chitarra liquida di Bultrini o l'organo hammond di Vicarelli a tesser trame sempre intrise di fascino vintage. Il disco, tra l'altro suonato e prodotto magnificamente, scorre molto bene, non c'è un solo momento di stanca. E se si chiudono gli occhi non è difficile immaginare i lampeggianti della polizia o i famosissimi inseguimenti di Maurizio Merli per le strade di Roma o Genova, segno che la missione de la Batteria è assolutamente compiuta.
Il 2015 inizia con un gran disco italiano, che ricerca nella tradizione il modo di riappropriarsi di certi contesti sonori e stilistici a noi congeniali, toccando livelli realmente altissimi. Disco di quelli destinati a rimanere nella nostra memoria di appassionati attenti alle cose belle, questo esordio de La Batteria non può mancare nelle vostre collezioni: siamo di fronte ad un autentico gioiellino. Il bottino messo a segno da quelli de La Batteria è cospicuo: "Stecca para pe' tutti", direbbe Il Libanese.

(Samuele Santanna)


Per approfondire: https://www.facebook.com/pages/Penny-Records/231728416902803

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