Babylon, il nuovo album dei milanesi
VIII Strada, è un disco che allontana una volta di più dal nostro paese gli spettri di concetti quali provincialismo e dilettantismo. La professionalità e la dimensione internazionale fanno invece del tutto parte dell'universo di questa band, capace di mettere insieme una
rock opera di grande livello, sia sul lato musicale che lirico. Si evitano opportunamente trappole quali pomposità e prolissità, di sovente riscontrate in opere similari di altri artisti, anche più blasonati. Gli
VIII Strada preferiscono andare al sodo, contando su una personalità decisamente marcata e attraverso melodie ficcanti e testi ispirati. Da sottolineare la registrazione, ottima, e le performance di ogni singolo musicista, sempre al servizio della buona riuscita della composizione. Non capita spesso di assistere ad un'agilità così pronunciata in fase di composizione, specie se pensiamo che si è al cospetto di una classica forma progressive, ovvero il
concept album. In altre parole, 9 composizioni legate tra loro da un unico filo conduttore, per circa 51 minuti di musica di straordinaria efficacia. Un viaggio,
Babylon, nell'animo umano, un focus dettagliato sulle passioni e i sentimenti, un resoconto esistenziale delle nostre esperienze di vita.
Hard rock progressivo e tradizione italiana si incrociano ripetutamente durante l'ascolto, raggiungendo l'apice espressivo in
1403: Storia in Firenze, un brano che vi si stamperà in mente, mentre consegniamo di diritto la palma di piccolo gioiello dell'album alla
title track, 10 minuti di goduria prog. Un disco che ascolteremo a lungo e che ricorderemo nel tempo.
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