
Lontani dalle loro navi madri,
Roberto Dell'Era (basso degli
Afterhours), Enrico Gabrielli (tastierista dei
Calibro 35) e Lino Gitto (batteria,
Lato B) decidono di unire le forze e dar vita ad un'opera fuori dal tempo, ispirata a suggestioni lontane ma mai sopite. I
The Winstons, questo il nome del progetto e del disco d'esordio edito dalla
AMS Records di
Matthias Scheller, scomodano per l'occasione i mosti sacri del
pop psichedelico inglese, fino ad arrivare a sondare i dintorni della musica colta di
Canterbury. Un disco pieno di stravaganza ed estro, in cui filastrocche psichedeliche, che sarebbero piaciute molto a
Syd Barrett, si incontrano e si adagiano tra le fughe tastieristiche di
Gabrielli e tra le cavalcate del basso pulsante di
Dell'Era, che di certo non avrebbe sfigurato sull'esordio dei
Pink Floyd o sugli episodi più acidi dei primi
Soft Machine. Paragoni a parte, i nostri mostrano una personalità spiccata, forte anche della solida esperienza maturata negli anni. Tra il trionfo del
vintage e una scrittura realmente ispirata, cosa che non capita così di frequente oggi, il disco scorre gradevolmente attraverso 10 episodi mai esasperati nel minutaggio: si superano i sette minuti solo per
On a dark Cloud, peraltro uno dei momenti più suggestivi dell'album, e i sei minuti in un altro paio di episodi. Per il resto si assiste ad un'opera organica, misurata e molto ben assemblata. Speriamo solo che progetti vincenti come quello dei
The Winstons possano avere un seguito futuro. Intanto godiamoci questo gran bel disco che si candida ad essere una delle migliori release italiane, e non solo, di questo 2016 appena cominciato. Fidatevi, sarà difficile per tutti fare di meglio.
Nessun commento:
Posta un commento