domenica 29 novembre 2015

Rocktrip reviews: Theodore - "It is but it's not" (Universal, 2015)

Uno dei problemi della musica contemporanea è che escono tanti buoni dischi ma pochi in grado di rimanere nel tempo e di lasciare un segno indelebile nell'ascoltatore. Tra questi ultimi figura senz'altro It is but it's not, il secondo album del musicista greco Theodore. Scolpito in maniera sapiente tra coordinate post-rock, musica filmica e rock da camera, questo album è una piccola, grande opera d'arte, un'agorà di incontri musicali e commistioni, esperienze, contrasti e riflessioni. Dal lato prettamente tecnico-stilistico è come se Theodore fosse riuscito a far incrociare i Sigur Ros con i Radiohead e i Cinematic Orchestra. Un esperimento sbalorditivo sia per efficacia che per il suo risultato intrinseco. Si alternano in continuazione momenti "piano" ad altri momenti decisamente "forti", in altre parole una sublimazione del contrasto, dell'orgogliosa esibizione delle differenze, ben testimoniate dalla convivenza tra strumentazione elettrica e orchestra, i cui archi sottolineano spesso momenti di straordinaria drammaticità. All'interno del collettivo, un italiano, Alessandro Giovanetto, difende il nostro orgoglio con una chitarra che anima panorami post rock. Su tutto, il pianoforte e il profondo timbro di Theodore, uno che non si dimentica.
Apre il disco una delle migliori composizioni degli ultimi anni, Are we there yet, con un refrain da panico emotivo che vi entrerà in testa. Altri highlights del disco sono rappresentati da Run, Eclipse e Spiral, sebbene tutto il disco garantisca un ascolto costantemente coinvolto e che non lascia spazio a disattenzioni. Uno dei migliori album dell'anno e non solo.

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